Per chi non l'avesse mai visto, Julian Fellowes è quel simpatico pacioccone che si staglia proprio al centro del tavolo, affiancato a sinistra dalla critica cinematografica Irene Bignardi, penna di La Repubblica, e a destra dall'impeccabile traduttore: è sabato 6 settembre, ore 15:30, sono seduto tra la gente (pubblico prettamente femminile) e Irene Bignardi presenta lo scrittore alla platea dichiarandosi una recente "devota telefilmica di Downton Abbey".
Introduce il sig. Fellowes sottoponendogli un dubbio che la ossessiona: ma tra "sir" e "lord" che differenza c'è? Il nostro risponde che i due titoli non sono molto dissimili, l'importante è sapere come ci si deve rivolgere a chi e soprattutto sapere il proprio ruolo nel mondo, che è una delle chiavi di lettura della serie. Non si tratta più, perciò, di titoli ereditari ma di parole che riconoscono il lavoro svolto da un individuo.
Di cosa parla la serie? Ambientata in un tempo in cui le donne non avevano diritti civili e legali paragonabili a quelli di cui godevano gli uomini, Downton sottolinea le aspettative e la voglia di futuro delle protagoniste, che tuttavia si trovano davanti ad un dilemma: deviare dal corso naturale della propria vita o accettare le aspettative dei genitori, seguire le convenzioni? Cuore o mente?
La serie, com'è tipico della mentalità pragmatica britannica, fa dell'equilibrio un suo tratto essenziale, infatti lo sceneggiatore ha cercato di trattare con la stessa importanza i Crawley ed i servi tenendo a mente il contesto storico. Vi immaginate se Downton Abbey fosse stato ambientato negli anni '50?
I padroni sarebbero stati dotati di charme che neanche Uma Thurman o Nicole Kidman e i servi avrebbero rappresentato la linea comica: avete presente Geoffrey, il cameriere di Il Principe di Bel-Air? Una cosa del genere!
E negli anni '90? Beh, ci sarebbe stata moltissima violenza dai padroni verso i servitori (a proposito, non sarebbe male la serie TV su Sin City, o no?) e l'avarizia sarebbe stato un tratto essenziale: i personaggi della serie ambientata nel 1912, invece, sono persone normali, con la loro dignità.
Vivono la loro vita, ed ogni vita ha la stessa importanza, indipendentemente dal ceto sociale: è questo, dopotutto, il messaggio subliminale della serie. Non esiste un gruppo di persone buone o cattive, né esiste una guida per riconoscerle, perché esistono dappertutto.
Mentalità pragmatica britannica, si diceva.
La serie, com'è tipico della mentalità pragmatica britannica, fa dell'equilibrio un suo tratto essenziale, infatti lo sceneggiatore ha cercato di trattare con la stessa importanza i Crawley ed i servi tenendo a mente il contesto storico. Vi immaginate se Downton Abbey fosse stato ambientato negli anni '50?
I padroni sarebbero stati dotati di charme che neanche Uma Thurman o Nicole Kidman e i servi avrebbero rappresentato la linea comica: avete presente Geoffrey, il cameriere di Il Principe di Bel-Air? Una cosa del genere!
E negli anni '90? Beh, ci sarebbe stata moltissima violenza dai padroni verso i servitori (a proposito, non sarebbe male la serie TV su Sin City, o no?) e l'avarizia sarebbe stato un tratto essenziale: i personaggi della serie ambientata nel 1912, invece, sono persone normali, con la loro dignità.
Vivono la loro vita, ed ogni vita ha la stessa importanza, indipendentemente dal ceto sociale: è questo, dopotutto, il messaggio subliminale della serie. Non esiste un gruppo di persone buone o cattive, né esiste una guida per riconoscerle, perché esistono dappertutto.
Mentalità pragmatica britannica, si diceva.
Cari fan, avete un personaggio preferito? Se questa domanda ha importanza per noi che guardiamo la serie, per chi la scrive ha poco valore, infatti Julian Fellowes sottolinea il carattere corale, più che individuale, di Downton Abbey: sorprendentemente, ha molte somiglianze con serie moderne quali ER e Scandal data la presenza di tante sottotrame, diverse storie, felici o tristi, che si svolgono contemporaneamente.
Per muovere i fili di così tante storie è necessario, dunque, avere un grande cast e tanti personaggi (e in questo senso DA non si risparmia di certo!), i quali devono fare già parte della serie nella prima puntata, non essendo plausibile aggiungere un personaggio nuovo ad ogni episodio.
Perciò, così come appena un piatto gira più lentamente dell'altro il giocoliere lo colpisce in modo da restituirgli vigore e prolungare la sua corsa, allo stesso modo Fellowes, quando stende il copione, cerca con Word l'ultima azione di un certo personaggio e, se non è stato visto in scena ultimamente, apparirà di lì a poco perché i personaggi devono rimanere impressi nella mente.
Deve sempre accadere qualcosa, ed una buona serie tiene incollati i telespettatori alla TV, e ciò è salutare per la nostra società, cosa positiva in una società come la nostra, piena di persone afflitte dalla sindrome da deficit d'attenzione.
Per muovere i fili di così tante storie è necessario, dunque, avere un grande cast e tanti personaggi (e in questo senso DA non si risparmia di certo!), i quali devono fare già parte della serie nella prima puntata, non essendo plausibile aggiungere un personaggio nuovo ad ogni episodio.
Perciò, così come appena un piatto gira più lentamente dell'altro il giocoliere lo colpisce in modo da restituirgli vigore e prolungare la sua corsa, allo stesso modo Fellowes, quando stende il copione, cerca con Word l'ultima azione di un certo personaggio e, se non è stato visto in scena ultimamente, apparirà di lì a poco perché i personaggi devono rimanere impressi nella mente.
Deve sempre accadere qualcosa, ed una buona serie tiene incollati i telespettatori alla TV, e ciò è salutare per la nostra società, cosa positiva in una società come la nostra, piena di persone afflitte dalla sindrome da deficit d'attenzione.
A questo punto è passata un'ora dall'inizio dell'intervista (il tempo vola quando ci si diverte!) ed è venuto il momento delle domande del numeroso pubblico, non prima che Neri Pozza, presente in sala, editore italiano delle opere dello scrittore, rassicuri i fan della serie (cioè chiunque stia leggendo quest'articolo, credo!) che pubblicherà tutti i suoi libri non ancora editi in Italia.
Da una domanda relativamente poco interessante come gli accenti non britannici in Downton Abbey, lo sceneggiatore prende il via per parlare del primo personaggio che ha avuto in mente, Cora Crawley: rappresenta le numerose donne americane agiate che dalla seconda metà del 19° secolo sono arrivate nel Regno Unito a sposare i Lord, in molti casi salvando o ritardando la decadenza della famiglia nobiliare in questione. Senza dubbio invidiano le sorelle ed i parenti nella madrepatria, circondati da un clima mite e soleggiato, ed invece si devono adattare al tempo britannico abbastanza sciagurato, e perdipiù devono anche accettare che i loro figli non sono americani. Non tutto, però, va male: come vediamo nella serie, in Inghilterra apprezzano il senso di libertà e l'espansività delle donne d'oltreoceano (le colonie non sono terre di serie B: ricordate la cantante lirica australiana della quarta serie?).
Da una domanda relativamente poco interessante come gli accenti non britannici in Downton Abbey, lo sceneggiatore prende il via per parlare del primo personaggio che ha avuto in mente, Cora Crawley: rappresenta le numerose donne americane agiate che dalla seconda metà del 19° secolo sono arrivate nel Regno Unito a sposare i Lord, in molti casi salvando o ritardando la decadenza della famiglia nobiliare in questione. Senza dubbio invidiano le sorelle ed i parenti nella madrepatria, circondati da un clima mite e soleggiato, ed invece si devono adattare al tempo britannico abbastanza sciagurato, e perdipiù devono anche accettare che i loro figli non sono americani. Non tutto, però, va male: come vediamo nella serie, in Inghilterra apprezzano il senso di libertà e l'espansività delle donne d'oltreoceano (le colonie non sono terre di serie B: ricordate la cantante lirica australiana della quarta serie?).
Finisce qui l'evento, troppo presto per i miei gusti di recente devoto telefilmico e purtroppo non riesco a carpire anticipazioni riguardo la quinta stagione, che è partita il 21 di questo mese: anche fare una semplice foto con Julian Fellowes risulta impossibile a causa della calca che assedia il tavolino in cui è seduto con richieste di autografi davvero numerose e soprattutto espresse in modi decisamente poco british.
Mi allontano, e immagino scenari possibili per gli episodi ancora a venire, è infatti di pochi giorni fa l'ANSA per cui sarebbe in cantiere addirittura la sesta stagione. Ad ogni modo, keep calm: aspettare e gustare il ritorno al passato non è mai stato così dolce.
- lucazeus87
Mi allontano, e immagino scenari possibili per gli episodi ancora a venire, è infatti di pochi giorni fa l'ANSA per cui sarebbe in cantiere addirittura la sesta stagione. Ad ogni modo, keep calm: aspettare e gustare il ritorno al passato non è mai stato così dolce.
- lucazeus87